L'assessore alla Difesa dell'ambiente oggi ha incontrato in regione gli allievi della Scuola militare "Teulié" di Milano in visita in Friuli Venezia Giulia
Trieste, 6 nov - "I fatti storici che nei secoli hanno attraversato il nostro territorio spiegano il grande sentimento patriottico che ancora oggi caratterizza Trieste e il Friuli Venezia Giulia. Conoscere le proprie radici è fondamentale per programmare un futuro di pace e prosperità".
Lo ha affermato l'assessore alla Difesa dell'ambiente Fabio Scoccimarro che questa mattina ha incontrato a Trieste, nel Palazzo della Regione, una cinquantina di allieve e allievi della Scuola militare "Teulié" di Milano.
"Il Friuli Venezia Giulia, una regione complessa nata dopo le ferite della Seconda Guerra mondiale con la perdita dell'Istria e della Dalmazia storicamente italiane, è sempre stata una terra ospitale per le nostre Forze armate. A partire dalla metà degli anni 50 - ha ricordato Scoccimarro - qui era di stanza un terzo dell'intero Esercito nazionale a difesa del confine orientale che, come ricordò Winston Churchill, era parte integrante della cosiddetta Cortina di ferro che da Stettino nel Mar Baltico fino a Trieste nell'Adriatico divideva l'Occidente dai Paesi sotto l'influenza dell'Unione sovietica".
Nel portare i saluti del governatore Massimiliano Fedriga, l'assessore Scoccimarro ha tenuto una vera e propria lezione sulle vicende storiche che hanno caratterizzato questo territorio.
Dalla Tergeste romana a decadente piccolo villaggio di pescatori con poche migliaia di abitanti, fino all'impetuoso sviluppo commerciale e demografico di Trieste, diventata nel 1717 porto franco dell'Impero degli Asburgo per volontà di Carlo VI.
"Da quel momento in poi - ha sottolineato Scoccimarro - la città esplose letteralmente da un punto di vista economico ma anche culturale e religioso con una libertà di culto unica in tutta Europa e con la presenza pacifica di numerose etnie e comunità, però mantenendo sempre una forte identità italiana".
"Trieste è stata poi sconvolta dalle vicende drammatiche dei due conflitti mondiali con l'occupazione prima da parte delle forze del Terzo Reich dal 1943 al 1945 e successivamente da parte dei partigiani comunisti jugoslavi di Tito che, a partire dal 1° maggio 1945, per 40 giorni presero il totale controllo della città. Qui in pochi anni - ha precisato l'esponente della Giunta Fedriga - abbiamo vissuto il dramma della Risiera di San Sabba, unico esempio di lager nazista in Italia, e la tragedia delle foibe dove furono gettati prigionieri, militari e civili innocenti trucidati dall'esercito jugoslavo".
L'assessore ha quindi ripercorso i nove anni trascorsi sotto il governo militare alleato, l'esodo delle popolazioni italiane dall'Istria e dalla Dalmazia, le manifestazioni di protesa del novembre 1953, segnate dall'uccisione di sei triestini inermi - alcuni giovanissimi -, e il fortissimo desiderio di Trieste di ricongiungersi all'Italia, coronato soltanto il 26 ottobre 1954.
"Dopo la fine della Guerra fredda e il crollo del comunismo, a partire dal 1989 il Friuli Venezia Giulia ha riacquisito il proprio ruolo centrale in Europa e ha ripreso a rifiorire da un punto di vista economico e a svilupparsi in ogni settore. Non è un caso per esempio che qui oggi - ha concluso Scoccimarro - possiamo vantare istituti scientifici internazionali di grande prestigio e il tasso più alto di ricercatori in Europa rispetto la popolazione residente". ARC/RT/gg